La maggior parte degli italiani ha sentito parlare di HIV. Altissima è la percezione di gravità della malattia: prima per gravità a tutte le infezioni (prima della meningite e dell’epatite), seconda solo al cancro fra le malattie (più grave di ictus e infarto). I rapporti sessuali non protetti sono ritenuti nel 90% dei casi la modalità più frequente di infezione. A fronte della percezione teorica di una buona parte di italiani (58%) di un rischio piuttosto serio di possibile contagio, ci si ritiene personalmente non a rischio: solo il 6% ritiene che ci possa essere un rischio personale, la percentuale aumenta solo al 12% fra i giovani 25-34 anni. Condivisa è la percezione che la malattia si possa prevenire, soprattutto evitando rapporti sessuali non protetti, anche se solo 1 italiano su 10 ritiene che le persone mettano in atto realmente comportamenti preventivi. Rispetto al passato si pensa che sia più difficile contrarre la malattia e più facile controllarla attraverso farmaci efficaci.
Nella rappresentazione del rischio si confermano gli stereotipi classici: si pensa prima di tutto ai tossicodipendenti, a chi ha relazioni promiscue e agli omosessuali. Residuale l’attribuzione del rischio agli eterosessuali. Interessante notare come chi ha esperienza diretta e prossimale della malattia e conosce persone affette dall’HIV tende a ridimensionare gli stereotipi e attribuisce maggiormente il rischio di infezione anche a giovani, single ed eterosessuali.
Forte il disagio e lo stigma sociale: 7 italiani su 10 dichiarano che si sentirebbero a disagio e preoccupati nel rapportarsi ad una persona con HIV. La paura e lo stigma si traducono in un atteggiamento difensivo e discriminante portando a pensare che i malati debbano essere obbligati a comunicare la malattia in ogni contesto e che le Aziende/datori di lavoro possano avere il diritto di richiedere il test ai propri dipendenti. Solo 1/3 degli italiani sostiene il diritto e la libertà di privacy dei malati.
Scarsissima l’informazione sociale sull’HIV: 9 italiani su 10 non ricordano di aver sentito recentemente parlare di HIV. L’attesa è per una comunicazione informativa veicolata da una pluralità di canali: prima di tutto le scuole e i mass media…ma anche medici e Internet.
L’indagine mette in evidenza la necessità e l’urgenza di iniziative di sensibilizzazione e comunicazione sociale sul problema dell’HIV:
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